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Giù le mani da Margherita

Margherita Calderazzi, coordinatrice del sindacato Slai Cobas di Taranto, è conosciuta non solo per l'essere attivista No Tav, della Rete Nazionale Salute e Sicurezza Lavoro e sempre in prima linea nelle lotte per la sicurezza lavoro e territorio, (come nel caso Ilva di Taranto contro le morti sul lavoro e da lavoro), contro l'inquinamento ambientale, ma anche per essere sempre in prima linea per i diritti delle donne.

Conosco Margherita da molto tempo, da quando ero adolescente. Da lei ho imparato la forza della rabbia di classe, l'importanza di riconoscere e opporsi alle ingiustizie sociali; da lei ho imparato cosa vuol dire essere una femminista internazionalista nella teoria e nella prassi, da lei ho imparato a riconoscere me stessa nelle lotte sociali delle donne di tutto il mondo e sempre da lei ho imparato ad incanalare in modo utile la rabbia che contraddistingue le donne di ogni nazionalità secondo le mie inclinazioni.

Oggi Margherita è stata arrestata per oltraggio ad un pubblico ufficiale, negandole di fatto l'eventuale assegnazione ai servizi sociali perchè il valore educativo del provvedimento è stato considerato "nullo". Lo stato di repressione in Italia sta toccando picchi vergognosi, specialmente considerando che l'oltraggio avviene ogni giorno sulla pelle di tutti i cittadini resi sempre più poveri e schiavi inconsapevoli di un sistema gestito da una classe dominante che non esita a mettere a rischio la salute di tutti a rischio della stessa morte, compresa la morte dei bambini.

Per l'attività a sostegno della popolazione tarantina Margherita, I lavoratori/lavoratrici e il sindacato tutto, hanno costruito una rete di simpatia e solidarietà che evidentemente non è stata gradita dalle istituzioni locali che hanno pensato che un atto repressivo nei confronti della testa dell'organizzazione sindacale potesse affievolire gli animi. Cosa che non è assolutamente successa, anzi: la solidarietà a Margherita, l'indignazione della popolazione locale, della rete e del movimento è enorme e raccoglie consensi dentro e fuori i confini nazionali.

Di fatto Margherita è stata arrestata per legittima attività sindacale

Questo episodio non è isolato e avviene a poca distanza da un altro attacco repressivo nei confronti di un'altra donna, Cettina, portata in questura perchè distribuiva volantini e attaccava locandine contro il governo Lega/m5s in occasione del Palermo Pride. Per chi se lo stesse chiedendo le locandine e i volantini presentavano la faccia di Salvini e Di Maio con la frase "Contro questo governo fascista, razzista e sessista". Questo è bastato per metterla in manette con l'accusa di oltraggio a pubblico ufficiale e manifestazione non autorizzata. Qualcuno mi delucidi su come distribuire volantini possa essere considerato manifestazione non autorizzata.

Provo vergogna per le istituzioni che, invece di sostenere e far fiorire la popolazione, la umilia e la calpesta ogni giorno, facendo la voce grossa e tenendo il pugno duro contro chi cerca solo di difendersi da un attacco costante ai diritti fondamentali, come quello alla salute, al lavoro e ad una vita dignitosa. Il sostegno a Margherita è doveroso in un momento in cui l'attacco alle donne, ai lavoratori, ai migranti e a tutte le classi sociali più deboli è giornaliero, costante e prende molte forme. Il quadro complessivo è più che preoccupante e l'arresto di Margherita, come l'arresto di Mimmo Lucano, è un sintomo di una repressione crescente a cui bisogna resistere per difendersi intellettualmente e materialmente.

Di seguito il comunicato del Sindacato SLAI COBAS

Questa mattina i carabinieri hanno posto Margherita Calderazzi, in qualità di coordinatrice dello Slai cobas per il sindacato di classe, agli arresti domiciliari per 1 mese, in esecuzione di una condanna emessa a seguito della grande lotta del 2010 per il lavoro dei Disoccupati Organizzati di Taranto Ci si poteva aspettare che il mese fosse di affidamento ai servizi sociali e invece hanno deciso per l’arresto. Ciò è ingiusto e oggettivamente grave, al di là della relativa esiguità della pena! Si conferma che in questo sistema si persegue e arresta chi difende i diritti dei lavoratori, dei migranti, delle donne e delle masse popolari e si tratta con i guanti bianchi i padroni echi anche in posti di potere ruba miliardi, sfrutta, ammazza i lavoratori, ecc. ecc; fra l’altro questo succede a Taranto dove i grandi padroni, esponenti Istituzionali, parlamentari, ancora non hanno ricevuto neanche un giorno di condanna per aver fatto ammalare, morire, con l’inquinamento Ilva, centinaia di lavoratori e migliaia di persone, donne, bambini. Perchè questa condanna? Margherita Calderazzi era l’organizzatrice della lunga e dura lotta dei Disoccupati Organizzati Slai cobas sc che ebbe un suo momento di culmine nell’aprile/maggio del 2010. Fu organizzata una tenda sotto il Comune di Taranto, un punto di autorganizzazione, di unità, di mobilitazione di tutti i disoccupati e i senza lavoro a Taranto; una Tenda che divenne nelle settimane successive un luogo di incontro, di iniziativa rivolta a tutta la città, per tutte quelle persone disoccupate che volevano reagire, conquistare un lavoro dignitoso e il proprio futuro. Non piaceva e dava fastidio quella tenda al Sindaco dell’epoca e a tutti i benpensanti. La tenda fu violentemente attaccata dalle forze della polizia municipale, distrutta, chi la occupava fu malmenato, alcuni ed alcune furono anche feriti. Ma chi stava lottando non mollò, c’è chi ritiene la libertà di parola e di protesta un bene che va ben oltre la stessa paura, le stesse minacce, le stesse manganellate. Il presidio fu nuovamente organizzato… solo chi non lotta ha già perso. L’azione dei vigili urbani del luogo andò avanti, anche nei giorni successivi, creando artatamente un clima di scontro; ma trovarono la ferma opposizione dei Disoccupati organizzati nello Slai cobas sc e naturalmente della sua coordinatrice Margherita Calderazzi. Da qui era scaturita la denuncia-querela del Vigile contro alcuni Disoccupati Organizzati e la sua coordinatrice L’unica strada per chi vuole imbavagliare le lotte è colpire chi non molla, con ogni mezzo, Margherita fu accusata di aver “offeso” uno dei capi dei vigili urbani del luogo non nuovo alle provocazioni verso chi lottava. Inviata immediatamente a processo, viene assolta in primo grado, e invece inopinatamente condannata in secondo grado per oltraggio a pubblico ufficiale ad un mese di detenzione. Nelle motivazioni degli arresti domiciliari si citano fatti ed altri procedimenti penali a carico di Margherita o altrettanto esigui e già scontati o sui quali non vi è ancora nessuna condanna e in certi casi neanche un rinvio a giudizio e che comunque non c’entrano niente con lo specifico reato che origina questa condanna di un mese. Questo non è accettabile. Per questo esprimiamo una forte protesta. Sottrarre anche per un mese la coordinatrice in una fase di una intensa lotta per il lavoro contro la precarietà -contro l’accordo Ilva che produce esuberi e lascia intatta l’attacco alla salute sicurezza e inquinamento-contro il razzismo e il decreto sicurezza -per la massima preparazione della manifestazione nazionale delle donne del 24 novembre è un danno indubbio che chiama tutti a una intensificazione dell’impegno e l’iniziativa a rendere reale la nostra parola d’ordine la repressione non ferma ma alimenta lotta e ribellione

SLAI Cobas per il sindacato di classe – Taranto SLAI Cobas per il sindacato di classe – Coordinamento nazionale


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